Iniziando questo breve intervento sento il dovere di ringraziare Monica Blank, Senior Archivist  at the Rockefeller Archive Center (Pocantico Hill, Terrytown, N.Y.). Con lei ho avuto una corrispondenza utile a portarmi un giorno alla Central Station di New York per andare a Sleepy Hollow,. dove ha sede il RAC (Rockefeller Archive Center), cioè il luogo fisico in cui nei decenni la Rockefeller Foundation (RF) ha raccolto e conservato un immane ricchezza di documenti della propria attività.

Avevo preso appuntamento per una ricerca che mi stava molto a cuore e i cui risultati avrei poi pubblicato al ritorno in Italia. L’indagine aveva come oggetto i finanziamenti che – a partire dagli anni Venti del secolo scorso – furono assegnati dalla RF per la specializzazione in studi economici a favore di giovani studiosi europei e statunitensi.

Dal 1924, infatti, i Rockefeller programmarono di finanziare periodi di studio all’estero per giovani ricercatori di scienze sociali provenienti da independent institutions e destinati a diventare parte di una futura generazione di docenti universitari che abbandonassero la speculative inertia delle scienze sociali nordamericane e europee. Nel 1929 il progetto ricevette nuovo impulso e si valutò la possibilità di finanziare giovani studiosi interessati all’analisi del rischio nell’organizzazione industriale, della stabilizzazione economica e delle cause delle fluttuazioni cicliche. Nel 1932-33 altri

Dalla Directory of Fellowships and Scholarships 1917-1970 (pubblicata nel 1972) apprendiamo che – oltre a quattro statunitensi – otto studiosi austriaci furono selezionati e finanziati, uno studioso di nazionalità croata, cinque tedeschi, sei francesi, due svedesi, un norvegese, dodici britannici, un sudanese, e diciannove italiani (dei quali ben sette nel biennio 1932-33); furono finanziati anche un dipendente della League of Nations e tre delle United Nations.

Ogni nazione aveva un Advisor di riferimento, stimato dalla Fondazione, al quale veniva demandato l’incarico di scegliere i nomi dei candidati. Non sempre gli advisor erano remunerati per questo incarico, ma nel caso italiano Luigi Einaudi ricevette annualmente mille dollari dalla RF.

Per quanto riguarda gli scienziati sociali italiani, la novità consisteva nell’uscire dall’abitudine di specializzarsi in università di lingua tedesca e nell’avere l’opportunità di immergersi in una realtà per loro lontana. Ciò fu vero e rilevante per Alberto Breglia, per Angelo Martinenghi, Renzo Fubini, Vittorio Marrama, Giovanni Demaria, Ezio Vanoni, Volrico Travaglini, Carlo Pagni, Max Ascoli, Luigi De Simone, Pierangelo Garegnani, Augusto Graziani, Aldo De Maddalena, Tullio Bagiotti, Francesco Vito. Come dire, il fior fiore dell’accademia italiana in campo economico del XX secolo.

Per quanto riguarda Francesco Vito sarebbe interessante ricostruire l’intero sentiero dei rapporti con Rockefeller Foundation, anche perché gli archivi contengono interessante materiale del 1950 sulla Catholic University, Milan – Medical Research. Negli anni del suo rettorato (1959-1965) egli completò e diresse la realizzazione della Facoltà di Medicina e Chirurgia nella sede di Roma della UC, dedicando il nuovo Policlinico a padre Gemelli, fondatore dell’Ateneo.

I numerosi incarichi ufficiali di Vito testimoniano la sua fama scientifica a livello nazionale e internazionale: egli fu Presidente della Associazione Italiana di Scienze Politiche, vicepresidente della International Political Science Association (1958-1964) e membro del primo comitato direttivo della Società Italiana degli Economisti (1951-1954). Egli accompagna il proprio impegno scientifico con una ricca serie di incarichi istituzionali e una serie di eccezionali esperienze nel mondo cattolico. Tra i primi fece parte del Cnel, fu presidente del Comitato delle Scienze Sociali nella Commissione Italiana Unesco; fu vicepresidente, e poi presidente, del Credito Italiano (1966). Tra le esperienze straordinarie, si deve ricordare che egli fu presidente della Federazione Internazionale delle Università Cattoliche, fu membro permanente del progetto delle Settimane Sociali dei cattolici d’Italia (1947-1964); partecipò regolarmente assemblee delle Cisl (1954-1967), delle Acli e della Fuci; fu presente al Concilio Ecumenico Vaticano II come uditore laico.

In sostanza si può dire che il suo impegno scientifico costante si sia accompagnato alla definizione di economia come “scienza che porta all’azione”.

Abbiamo proposto al lettore questa breve ma significativa ricostruzione di un lavoro di ricerca d’archivio che ha riservato parecchie sorprese, per invitare chi studia per lavoro a osare scavi successivi per completare il quadro all’interno del quale si muove.